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Alessandro Delfanti - Biohacker. Scienza aperta e società dell?informazione
Elèuthera, Milano, 2013
11,2x18 cm, 119 pp.
978-88-96904-38-1
L'emergere di nuove forme di scienza aperta sta riconfigurando profondamente le relazioni tra ricerca, società e mercato. Le culture hacker sono infatti uscite dal mondo del software per contaminare altri saperi, in particolare le scienze della vita. È così nata l?inedita figura del biohacker, capace di mettere in discussione la ricerca proprietaria perseguita da «Big Bio» e la sua politica dei brevetti. Le modalità che caratterizzano questa trasformazione non sono però univoche, come mostrano i tre casi esemplari discussi nel libro: quello del biologo Craig Venter, quello della virologa Ilaria Capua e quello dell?artista-hacker Salvatore Iaconesi. E se una tendenza sta evolvendo verso una forma definibile come biocapitalismo, l?altra si muove invece verso una scienza partecipativa basata sulla più ampia condivisione di informazione e conoscenza.
p. 19
CITAZIONE
Secondo le storie più diffuse sulla scienza aperta, c'era una volta una scienza etica, in cui il lavoro quotidiano dello scienziato era guidato da valori come condivisione, eguaglianza, disinteresse e ricerca del bene comune. Poi sono entrate in gioco le corporation, cambiando le regole e brevettando la vita, recintando i beni comuni e alla fine distruggendo la volontà di condividere informazioni e conoscenza.
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