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Vittorio Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo
a cura di Siriana Sgavicchia,
Ravenna, Allori, 2004, 15,2x21,1 cm, 240 pp.,
ISBN 978-88-90090-61-5
Definito da Gianfranco Contini il "Gadda della nuova Italia", Vittorio Imbriani è uno dei talenti più eccentrici e bizzarri del secondo Ottocento italiano. Nel romanzo
Dio ne scampi dagli Orsenigo, con estro comico e gusto del paradosso, racconta un caso di adulterio che sembra estratto dalle pagine di cronaca rosa dell'epoca, ma che si presta anche a diventare occasione di una sperimentazione linguistica nella direzione dell'espressionismo letterario. Recuperando, per affinità o in funzione antagonistica, modelli del romanticismo e del realismo naturalistico (
Le affinità elettive di Goethe,
Mme Bovary di Flaubert,
L'affaire Clémanceau di Dumas fils), testi della trattatistica ottocentesca francese sull'amore (
De l'amour di Stendhal,
Phisyologie du mariage di Balzac,
L'amour di Michelet) e un vasto repertorio di citazioni e rinvii alla tradizione poetica, novellistica e teatrale più antica (da Dante al petrarchismo; da Boccaccio ad Ariosto, fino a Goldoni e ad Alfieri), lo scrittore napoletano mette in scena il testo-laboratorio di una nuova scrittura che scompagina dalla sua radice la struttura tradizionale del romanzo.
Pubblicato nel 1876 a Napoli in un'edizione di soli cento esemplari, e poi riveduto per la stampa di Sommaruga nel 1883,
Dio ne scampi dagli Orsenigo fu sottoposto a una revisione che, pur non investendo l'articolazione dell'intreccio, risulta significativa per gli interventi relativi al lessico e alla sintassi e dunque interessante per un'analisi dello stile plurilinguistico e pluridiscorsivo di Imbriani.
Il testo che viene qui pubblicato è quello dell'edizione definitiva ed è accompagnato da un'annotazione che, segnalando le correzioni e le varianti rilevanti introdotte nel passaggio dall'una all'altra redazione, illustra il proce...
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